Vigliano_Ninfee_2018

L’equilibrio della mente fiduciosa

Quando la mente osserva profondamente le circostanze cogliendone la loro verità impermanente, e lascia che queste scorrano senza interferire, si ferma.
Quando accetta incondizionatamente il succedersi degli eventi senza provare astio o attrazione, e con fiducia si mantiene viva nel processo, non si separa da ciò che sperimenta e sorge come consapevolezza.
Non discrimina, non fa differenze, non si riposa su ciò che le si appropria, né salta via da quello che la spaventa o la ripugna.
Coglie l’interezza dell’insieme e illumina il particolare, scioglie ogni conflittualità e si muove fiduciosa senza rifiutare o trattenere nulla.
Avvolta nella pace è un campo infinito entro in quale il dentro e il fuori si colgono come stessa natura e il confine perde la sua distinzione.
Questo tipo di mente è un fiore raro a trovarsi, essa rappresenta il compimento del nostro lavoro interiore, la sua vetta.
È una mente che ospita al centro di sé un cuore innocente e libero da ogni pregiudizio, aperto all’esperienza e desto nella conoscenza.
Una mente del genere non si preoccupa mai, lascia che tutto si risolva da sé senza che passi inosservato.
È presente e viva dentro ogni situazione con la visione equanime di chi ha per sempre disciolto ogni preferenza. Non sceglie, ma testimonia ogni istante di vita con gioia, compassione e amore, certa del suo farsi sacro attraverso lo sguardo consapevole e il gesto conoscitivo.
Nella calma silenziosa e imperturbabile crea una continua danza tra il centro e la periferia di sé e consente la sua trasformazione perché non ha paura di perdere parti di vita, ma leggera lascia cadere ciò che per sua natura deve finire e incontra volentieri quello che sta per nascere.
Disancorata dal tempo e dal suo movimento, si riposa, stabile, salda e forte in sé, nell’istante eterno, dove il vedere chiaro si apre sulla realtà e la illumina.
Ma quando a parlare è quella parte di noi che mantiene viva l’idea di un sé solido, ben definito e separato dall’esistenza, quella parte circoscritta che non accetta e comprende la natura dell’esistente; e interpreta, giudica, contrasta, respinge, combatte, reagisce, essa semplicemente si ritira. Quello spazio sconfinato della mente, sebbene eternamente presente, non è più per noi disponibile, ma si vela.
Quando siamo reattivi, si frantuma ogni possibilità di entrare in intima confidenza con l’esistenza, abbiamo un’idea di come devono andare i fatti, e ignari del disegno globale ci poniamo contro tutto ciò che ostacola i nostri intenti.
Così l’io resta diviso e distanziato per proteggersi da un mondo dal quale si sente sostanzialmente minacciato ed escluso. E in questo stato di cose è facile a ferirsi, perché la sua vita è una continua corsa affannata e concentrata sul fare, prendere, desiderare, reclamare, respingere, preferire, contrastare e controllare istante dopo istante quel che accade in modo che non si scontri con le sue direzioni e aspettative.
La lotta che, però, ingaggia per difendere dai continui assalti l’immagine che ha di sé e del mondo, esaurisce la sua energia, e vanifica ogni possibilità di rilassamento mentale.
Di fatto, la mente separata manca di intuizione profonda, non si apre alla sacralità dell’incertezza, che è il grembo in cui i fatti si modificano e assumono vita nuova, ma protegge dall’assalto esterno le sue costruzioni, negando l’interdipendenza di ogni azione singola con quella della totalità.
E non c’è fine a tutto questo perdersi nella velocità della scelta parziale, di dove stare, di come starci, parcellizzando e consolidando quella specifica realtà. E nella urgenza perde particolari, segni e comprensioni del mondo così com’è, semplicemente se stesso, nella perfezione della sua complessità, che inscena le vicende del mondo e con un sol colpo ridefinisce le priorità.
Non c’è nulla nell’universo che abitiamo o nella nostra casa interna, che abbia più importanza di qualcosa d’altro, nulla è superfluo, inopportuno o essenziale a tal punto da preferirlo, rifiutarlo o ignorarlo. Siamo una sofisticata trama di vita che nel suo insieme genera consapevolezza. E in questo c’è unità e nell’unità, c’è pace ed equanimità.
La mente fiduciosa, non ha certezze da salvaguardare, non si prefigge alcuna meta, non esclude, ma accoglie con serenità tutte le condizioni, e le supera nel volo più alto, sintesi di ogni dualità.

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